Ma l’anno dopo entra nel mondo della canzone dalla porta principale, vincendo un concorso per voci nuove bandito dalla Rai.

La fase finale si svolge al Teatro delle Palme di Napoli, il 21 ottobre 1945 e Bruni ottiene un vero trionfo, classificandosi primo con 298 voti contro i 43 del secondo classificato.

La vittoria gli frutta un premio di 3000 lire e un contratto con Radio Napoli.

Comincia così a cantare in seguitissime trasmissioni radiofoniche, che andavano in onda dopo lunghe prove i dizione e di canto, sotto la guida del Maestro Gino Campese che dirigeva allora l’orchestra stabile della Radio di Napoli.

Lo stesso Maestro Campese gli suggerirà di il nome d’arte Sergio Bruni per evitare confusione con un altro cantante radiofonico che si chiamava Vittorio Chianese.

Il cantante viene a trovarsi in un contesto di grande professionalità, quale era allora quello degli studi Rai di Napoli ed ha modo di affinare al meglio le sue grandi doti artistiche.

Contemporaneamente si mette a studiare, inizialmente con l’aiuto di un insegnante e poi da autodidatta, come orgogliosamente affrma nella introduzione al suo già citato libro “Scontri e Incontri”.

Il 1948 è per Sergio Bruni un anno cruciale per la sua vita e la sua carriera di cantante.

Il 14 febbraio si sposa con Maria Cerulli che sarà la sua dolce e fedele compagna per tutta la vita e con la quale metterà al mondo quattro figlie.

Nello stesso anno incide per La Voce del Padrone, che resterà la sua casa discografica per un ventennio, il suo primo disco.

Nel 1949, scritturato dalla casa editrice La Canzonetta, partecipa alla sua prima Piedigrotta, le famose audizioni di nuove canzoni che costituiranno per circa mezzo secolo il principale trampolino di lancio per la canzone napoletana.

Ottiene un clamoroso successo con la canzone “Vocca ‘e rose” di Mallozzi – Rendine.

Fra le canzoni lanciate da Bruni negli spettacoli di Piedigrotta sono da ricordare alcuni grandi successi popolari, che resteranno legati al suo nome:

“Surriento d’’e nnammurate” di Bonagura – Benedetto (1950);

“ ‘A rossa” e “ ‘O rammariello” di L. Cioffi e G. Cioffi (1952);

“ ‘A luciana” e “Chitarrella chitarrè” di L. Cioffi e G. Cioffi (1953);

“Vienetenne a Positano” di Bonagura – De Angelis (1955) e “Piscaturella” di Pisano – Alfieri (1956).

In quegli anni Sergio Bruni incomincerà ad imporre il suo stile interpretativo sempre più personale e inconfondibile che gli procurerà un grande consenso popolare, che lo accompagnerà per tutta la sua carriera.


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